I Quaderni di Mangiafuoco, Diario di Vita e Scrittura (Stampati in proprio 2023)


I Quaderni di Mangiafuoco, Diario di vita e scrittura


 Nel 1997 (a quarantasette anni), quando sono venuta via da Milano per trasferirmi a Treviso, ho iniziato a tenere un resoconto dei miei stati d’animo, ciò che accadeva di rilevante, per me, fuori e soprattutto dentro. Sembra facile ma non lo è. Mi ricordo, infatti, che avevo provato, anche da giovane, senza riuscirci. A Treviso invece, inaspettatamente, ho trovato la maniera. Mano mano che si accumulavano i Quaderni (comperati in un negozio che si chiama Mangiafuoco, rilegati con copertine artigianali) li ho depositati a Sondrio, in casa di mia madre e mia sorella, dentro un armadietto della libreria. L’intento era quello di salvarli/mi non so bene da cosa, da chi, ma quel gesto mi è parso indispensabile. Come adesso il fatto di riprenderli, e cominciare a ricopiarli.

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I Diari di Michela Gusmeroli


Da qualche anno i Quaderni sono cambiati, non sono più quelli di Mangiafuoco, ne ho scoperto un tipo più pratico, all’Esselunga di San Donato Milanese. La copertina è di plastica, perlopiù nera, la misura e lo spessore identici, con un elastico che tiene ben raccolte le pagine. Sarà un lavoro lungo, impegnativo, ma anche utile perché rimetterà in circolo tante emozioni, immagini, situazioni che sono state e continuano a essere il ‘sale’ della mia vita. Assieme alla nascita dei miei libri, il cui seme è stato posto a Milano, alla confluenza di 3 vene fondamentali: il Femminismo, l’Analisi, la lettura di Lalla Romano. Sarà anche un buon esercizio, per mantenere allenata la mia scrittura, farò qualche variazione, quando mi sembrerà necessaria a una resa espressiva più limpida, senza omettere nulla di sostanziale. Insomma un lavoro umile e, allo stesso tempo, grandioso, come viene detto in un sogno, che ho appena fatto: La via della coscienza è un lavoro continuo, ma dentro ci dev’essere un punto da cui partire. Questi Quaderni (e tutte le altre mie scritture) rappresentano, per me, il punto di partenza, e d’arrivo. Cominciamo…

(21 Ottobre 2018)



Primo volume




24/3/1997. Seguirò il tuo consiglio, Antonietta: un diario, un dialogo. Con chi? Con me stessa. È una bella sera, ho trovato l’analista (dott. Dal Piaz). Giunta a casa, ho letto la tua lettera, un piccolo trattato sulla ‘rispondenza’: grazie! Ho messo un po’ di musica e, adesso, sono al mio tavolino.


22/11/1997. Mi vengono in mente certe passeggiate in compagnia degli amici del ’68. Chiacchierate intorno al fuoco, in una baita. La presenza della valle, davvero ‘mia’. Ho già scritto queste cose, ma non riesco a staccarmi. E perché poi? È la mia riserva di giovinezza, di gioia, di vita. Che dono ho ricevuto! È come l’aere senza nubi, la luce che scorre sempre candida: l’Olimpo degli dei, delle Idee. E, per me, dei ricordi più belli.


10/2/2002. Cara Vanna, mi ha fatto tanto piacere sentirti. Non esiste un momento preciso della vita in cui raggiungere la ‘nostra stanza’. Ogni età può concederlo. È un bisogno, un desiderio, una consapevolezza che ti afferra e non ti molla più. Intorno a questo ‘centro’ si organizza tutto il resto, reale e simbolico, esterno ed interno, quotidiano ed eterno. Tu hai la fortuna di poter avere anche un luogo fisico. Approfittane, gira la chiave ed entra.



Secondo volume






2/10/2002. L’unico luogo in grado di contenere tutti i pezzi della mia vita (di me stessa) è la scrittura. Ricordo quando ho cominciato, tempo fa. Da allora, in verità, non ho scritto molto, però la scrittura non mi ha più abbandonato. A parte qualche periodo, in cui mi è sembrato di averla persa completamente. Adesso mi sono abituata alle sue alternanze, alle sue latitanze, perché dentro di me continua a lavorare, a ricamare il nostro ‘filo’. Il risultato è ancora lontano, ma l’uso consapevole delle parole si è rafforzato. L’ispirazione però è più importante, se manca la scrittura si dissangua. Bisogna tornare indietro, ripartire. Ritrovare quel punto indefinibile, imprevedibile che mette in moto ‘tutto’. Un’immagine, la prima frase. L’incipit da cui, come una cascata, scendono le parole. Le parole che trascinano le immagini o le immagini che riempiono le parole? Non importa. Ciò che conta è proseguire. Sarebbe meraviglioso se questo capitasse anche nei rapporti delle persone. Non invecchierebbero e con essi nemmeno noi. Torneremmo sempre all’origine, al punto di partenza, di ogni esperienza, della nostra coscienza. La scrittura ha in sé questa possibilità, realizza questa gioia.



Terzo volume




12/7/2009. Dolce visita a Viboldone, un senso di pace interiore, quasi di gioiosa vacanza. Suor Cristina ci ha regalato 2 libretti sul monachesimo. Poi abbiamo assistito al Vespro, nella chiesa che mi commuove tanto, perché lì trovo facilmente il contatto con le immagini, le emozioni, più intime e le persone più care: una vera Enstasi.


19/4/2010. Cominciano a costellarsi nei sogni dei simboli importanti: stanotte un monaco eremita, un luogo sacro. I gioielli rappresentano forse il corpo di diamante che sto cercando di creare, di guadagnare dentro di me. Ho finito Il suicidio e l’anima, dove il processo analitico (‘processo’ non è un termine che piace a Hillman) viene descritto in modo sintetico ma chiarissimo. Il vas terapeutico, il corpo sottile dell’anima, la trasformazione alchemica finale, il lapis, il grumo d’argilla, ma anche il corpo di diamante che da lì si forma. Bellissimo!


7/1/2011. Ho sognato il monumentale libro dei sogni di Dolores Prato: 1000 pagine! Lo apro e compaiono molti diari, ciascuno con la propria copertina. Guardo ammirata tanta capacità espressiva. Vorrei anche per me un risultato simile, ma mi preoccupa il tempo, non so se ne avrò abbastanza.



Quarto volume



8/3/2011 Quest’anno la Festa della Donna mi sembra più mia, forse per il libro pubblicato. Sono stata, con Bruna, al Museo del Novecento, per ricordare Carla Lonzi. In realtà l’incontro è stato deludente, troppo accademico, ingessato, e ho pensato, per tutto il tempo, quanto si sarebbe irritata Carla.


5/6/2014. Ho recuperato un altro pezzo dell’ ’84, intitolato Panico, dove ho inserito un brano di Lalla Romano, tratto dal suo libro L’ospite. A Stazione ho messo un esergo, tratto dal bellissimo carteggio fra Hannah Arendt e Mary McCarthy, intitolato Tra amiche. Il testo, invece, dedicato a me e Roberto, lo porto da leggere all’incontro organizzato da Andrea a casa sua. Racconta di una nostra (rara) visita a una mostra di disegni di Klimt, a Milano. Un piccolo cammeo ‘erotico’.


9/6/2014. Fiori di cardo / luce di buio / è il deserto mia cara / grazia spinosa dell’anima / ultimo approdo amico.


16/10/2017. Sto continuando col mio ‘romanzo’, che gioia! Pur parlando delle nostre fatiche, non calco la mano sulla tristezza, voglio che il testo risulti profondo, ma non pesante, né recriminatorio. Cerco la ‘essenza’ senza tralasciare la concretezza, attraverso i dettagli. Metonimia!


Quinto Volume




23/2/2022. Sto procedendo con il sito. Ho completato la biografia, altri testi e foto da inserire nelle voci: Pablo e la mia storia, Una sera dolcissima, Nella mia stanza, Il mio romanzo sei tu; Femminismo (con le foto della villetta di via Caccianino; io e Lina a Varigotti; un manifesto dell’Anabasi e delle Nemesiache); I miei cari (io e Roberto fuori Sondrio, lui col colbacco di pelo; io e mia sorella sul lago di Poschiavo; mia madre, seduta nella saletta dell’Albergo Alpino; mio padre, in Russia; Antonio, durante il cinquantesimo compleanno di Bruna); Il mio piccolo mondo antico (con foto invernali di Sondrio e della mia infanzia); Le mie ispiratrici (Carla Lonzi, Lalla Romano, Etty Hillesum, Teresa di Lisieux); Piccola galleria (Vanna, suor Cristina, Rita, Maria Racchetti, Giulia Tornesello, Gabriella Cotti, Fausta, Antonietta, Teresa Mangiacapre, Serena Castaldi; 2 mie foto, a Milano, a Napoli e il quadretto, che tengo a Sondrio, col mio segno zodiacale, il Cancro: Expert and tireless lover, extreme feminist!); Via Broseta (con Vanna, Marco, Enrico e me, a Bergamo).


14/6/2022. Verso le 16 mi chiama Bruna: la mamma è morta! Se n’è andata velocemente, in punta di piedi.





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