Lettere a Rivolta
Mie lettere a Rivolta femminile e a Marta Lonzi (trovate, nel 2021, depositate dentro il sito Arts & Culture, della Galleria Nazionale di Roma, catalogate come Oggetto 5-6 Marta Lonzi)
1) Lettera a Rivolta Femminile (del 20/12/1985)
“Care amiche di Rivolta, non vi conosco personalmente, ed è per questo che vi interpello così.
Da anni i vostri libri mi accompagnano: hanno un posto ‘speciale’, e allo stesso tempo accessibile, nella mia libreria. Avevo scritto a Carla L. e lei mi aveva risposto. Per vari motivi non ci siamo mai incontrate. Poi ho parlato per telefono a Milano con una di voi. Ieri sera ho trovato in libreria il vostro libro e di Carla: Scacco Ragionato. Vorrei trascrivervi una lettera che ho appena scritto a una mia carissima amica di Napoli. È qualcosa che devo a Carla e a voi. Dipende da noi credere possibile e far esistere le cose ‘impossibili’:
Cara A., è mattina presto (relativamente: sono le sette, ma io avrei potuto, oggi, continuare a dormire). Mi sono svegliata senza che certe riflessioni di ieri sera, dopo una prima sommaria lettura dell’ultimo libro postumo di C.Lonzi, fossero state allentate. Ieri sera sono andata alla Libreria delle Donne, evento strano nella mia vita, e ho trovato il suo libro di poesie: Scacco Ragionato. L’evento aveva dunque la sua necessità (e il suo piacere).
…Lei mi riporta al centro di qualcosa che chiede continuamente ‘anche’ in me di essere attuato. Dice in un punto della biografia ricostruita dalla sorella e da un’amica : -Il soggetto non cerca la cosa di cui ha bisogno, ma la fa esistere-. Ora, ‘dopo e con lei’ quale sarà la cosa che farà e farà esistere il soggetto (donna) in quanto se medesimo (-a)? E poi parla della scrittura: diario-lettere-poesie-meditazioni come mezzo per la ricerca della autenticità (identità). Ne ho tratto palpitazioni (di gioia e di paura vera) per la ‘mia’ scrittura. Carla Lonzi è uscita dalla cultura (nel senso di staccarsi e nascere). È proprio questo: (ci dice) che a toglierci di là non perdiamo niente, dell’essenziale. Ma è proprio questo: (ci dice) che ciascuna deve fare da sé la propria strada (passare di ‘là’?). Parlo da femminista, come chi ha, ormai-appena-già-comunque, intravisto la propria autenticità. Certo lei è ‘troppo’ con cui misurarsi: è tutto compiuto (anche materialmente) in lei. Sulla copertina del libro Scacco Ragionato c’è una foto del suo periodo ‘americano’: sullo sfondo, in dissolvenza, una grande ruota a raggi luminosi, come un’enorme aureola, ma in primo piano lei con ‘suo’ volto ben disegnato, contro tutta…
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2) Lettera a Rivolta Femminile (del 23/1/1989)
“Care amiche di Rivolta, è la terza lettera che vi scrivo in questi anni, perché dopo 2 lettere di Carla, e avendo poi saputo della sua morte, ho cercato ancora di avere con voi un contatto. So che il gruppo in quanto tale non esiste più da tempo, ma sicuramente esistono le persone fisiche che lo componevano. Attraverso i vostri scritti ho stabilito un legame con la vostra storia; li rileggo spesso e continuo a trovare una conferma delle loro verità nell’insoddisfazione dei rapporti che intrattengo col mondo. A parte una sola amica, che vive a Napoli, posso dire di non avere altri rapporti soddisfacenti. Mi sembra quando ne faccio un bilancio, troppo doloroso pensare che quello che ho intravisto quando Carla mi ha scritto sia un fatto da relegare al passato e senza più sbocchi. È vero che come dice lei il blocco va forzato una per una; che ciascuna è sola, ma anche non esiste una coscienza di sé senza un’altra coscienza. Se è possibile dunque che questa mia lettera venga letta, se ci sarà sintonia in qualche sua parte con qualcuna di voi la prego di rispondermi. Bisogna lottare per ciò che ci interessa di più, e io, così rinunciataria su altri piani, qui sento che sto cercando di farlo. Con affetto Michela. Il mio indirizzo è: Michela Gusmeroli, via Faravelli 6, 20149 Milano. Tel. 3180989
3) Lettera a Marta Lonzi (del 4/5/1997)
“Carissima Marta, spero che tu sia la sorella di Carla. Ho cercato il tuo indirizzo tramite il 12, per avere tue notizie. Più precisamente, io mi ero già messa in contatto con voi e con Carla, anni fa. Purtroppo personalmente non siamo mai riuscite a incontrarci. Questi ultimi anni poi non sono certo i migliori. Io da qualche mese sono venuta ad abitare a Treviso. Non sopportavo più Milano che, a parte gli anni del passato remoto, non ho mai amato. Adesso almeno ho più tempo, più tranquillità. Ma devo ricominciare a costruirmi un piccolo tessuto sociale. E non è facile. Non sono tuttavia isolata, con me ci sono le tappe della mia storia personale, persone che ho conosciuto e che penso continuamente (fra cui, importantissime, voi). Insomma mi è venuta voglia di scriverti e di sapere qualcosa. Ho una foto di Carla appesa vicino al mio tavolino, l’ho presa da un giornale. La ritrae sofferente, credo sia negli ultimi tempi. È una testimone che amo tenere vicina. Ho anche una sua brevissima lettera (un’altra purtroppo che lei mi aveva spedito non l’ho mai ricevuta). Rileggo anche i vostri scritti. Insomma cerco di tenere vivo quello che per me conta, che mi aiuta a tenere una rotta in questo mondo così confuso. Forse lo è sempre stato. Chissà! Ti trascrivo il mio indirizzo. Mi farebbe molto piacere entrare in contatto con affetto Michela”
Risposta di Marta Lonzi: …come stanno andando le cose. Ti allego un breve scritto che è uscito come prefazione alla tesi di Carla che è uscita presso l’editore …di Firenze nel 1995. Ti ringrazio della lettera e spero che il contatto si sia avviato con buone riuscite di un futuro incontro. Con affetto Marta P.S. sono, naturalmente, la sorella di Carla